“Anche se in ritardo rispetto al resto d’Europa, finalmente anche il nostro Paese cerca di rafforzare le politiche a sostegno dei più poveri e, sebbene con risorse inizialmente insufficienti per soddisfare la richiesta, il reddito di inclusione ha dato speranza a milioni di cittadini, – queste le parole del Presidente Nazionale dell’Epas, Denis Nesci a seguito dell’approvazione del decreto attuativo della legge delega sul decreto povertà che, lo scorso 29 agosto, ha introdotto il Rei – le polemiche che da subito sono nate a fronte dello stanziamento di 1,7 miliardi di euro è il caso di lasciarle da parte, quello che ora diventa fondamentale è accertarsi che coloro che otterranno l’assegno ne abbiano realmente diritto, non possiamo infatti dimenticare che in Italia il lavoro sommerso è molto diffuso, questo fenomeno se non accertato, rischierebbe di incrementare ulteriormente il reddito di alcune famiglie, escludendo quelli che non hanno alcuna forma di sostentamento”.
Dopo le pressioni dell’Europa che dal 1992 invita i Paesi europei ad introdurre strumenti di sostegno destinati ai cittadini che vivono sotto la soglia di povertà, anche l’Italia si adegua introducendo Il reddito di inclusione che sostituisce di fatto il Sostegno all’inclusione attiva (Sia) e anche l’assegno di disoccupazione.
Si stima che avranno diritto all’assegno circa 660 mila famiglie, di cui 560 mila con figli minori, un calcolo sulla base dei finanziamenti, destinati ad arrivare a 2 miliardi di euro.
I cittadini italiani, i comunitari e gli extracomunitari con permesso di lungo soggiorno potranno presentare domanda a partire dal primo dicembre, recandosi direttamente presso gli uffici comunali che si occuperanno di trasmettere la richiesta all’Inps.
I beneficiari saranno le famiglie con un Isee non superiore ai 6mila euro, un valore del patrimonio immobiliare, diverso dalla prima casa, non superiore ai 20 mila euro e un patrimonio mobiliare massimo tra i 6 mila e i 10 mila euro a seconda del numero dei componenti del nucleo, saranno inoltre esclusi i proprietari di imbarcazioni, o auto e moto immatricolati nei 24 mesi precedenti la richiesta del sussidio.
Coloro che risulteranno tra i beneficiari, otterranno un assegno mensile direttamente sulla carta Rei che potrà essere utilizzata come bancomat per prelevare fino alla metà dell’importo mensile e per l’acquisto di una serie di beni. L’importo varierà dai 190 fino ai 485 euro in caso di famiglie molto numerose per una durata massima di 18 mesi.
Nella prima fase si tenderà a dare la priorità, alle famiglie con figli minorenni o disabili, donne in stato di gravidanza o disoccupati over 55 che dovranno prendere parte al contempo ad un programma di reinserimento lavorativo e sociale.