Aumenti in vista per i pensionati grazie alla reintroduzione del meccanismo della perequazione a partire da gennaio 2022. Ripartirà infatti dall’1 gennaio 2022 la prerequazione piena delle pensioni, congelata di fatto nel 2020, calcolata in forma progressiva scaglione per scaglione.
La perequazione è un meccanismo che permette di recuperare il “potere d’acquisto” determindo aumenti nelle pensioni e negli stipendi, commisurate al tasso di inflazione, cioè una rivalutazione annuale degli importi per adeguarli all’aumento del costo della vita.
Si applica al primo gennaio di ogni anno, sulla base della variazione dell’indice dei prezzi al consumo (FOI) per le famiglie di operai e impiegati, ed è questo indice a stabilire il valore di riferimento per la stima dell’aumento da applicare, calcolato dapprima in forma di indice provvisorio, e in via definitiva come indice da conguagliare a inizio anno.
Viene applicata su tutti i trattamenti pensionistici erogati dalla Gestione Pubblica, dal FPLD, dalle gestioni sostitutive, esonerative, esclusive, integrative ed aggiuntive. Alle pensioni dirette e ai superstiti anche integrate al trattamento minimo. Ai trattamenti erogati dall’assicurazione generale obbligatoria e delle relative gestioni per i lavoratori autonomi, nonchè dei fondi sostitutivi, esclusivi ed esonerativi e dei fondi integrativi e aggiuntivi
Questa è una formulazione che porterà incrementi più generosi agli assegni più bassi, ad esempio:
- il trattamento minimo Inps per l’anno 2022 sarà fissato a 523,83 euro, in luogo degli attuali 515,58 euro mensili;
- l’assegno sociale si adeguerà da 460,28 euro a 467,65 euro al mese;
- per accedere alla pensione di vecchiaia, l’importo soglia mensile dell’assegno pensionistico da 690,42 euro aumenta a 701,47 euro;
- per accedere alla pensione anticipata, l’importo soglia mensiele dell’assegno pensionistico aumenta da 1288,78 euro a 1309,39 euro.
Per arrivare in tempo ad erogare l’aumento, l’Inps spiega di aver ricalcolato gli assegni sulla base della perequazione che si è registrata nell’ottobre scorso e pari all’1,6% per procedere poi con la rata di marzo ad un conguaglio fascia per fascia.