Il requisito anagrafico dei 24 anni per poter considerare il figlio a carico entro la soglia reddituale accresciuta fino a 4.000 euro anziché entro i “classici” 2.840 euro che uniformano tutti gli altri familiari a carico, ha efficacia su tutto l’arco dei 12 mesi quando avviene il compimento del 24esimo compleanno, a prescindere dalla data. Lo stesso ragionamento, ma all’inverso, si applicherà l’anno successivo, quando il figlio compirà 25 anni, e a quel punto, decadendo la barriera dei 24 anni, non si potrà più far valere la soglia reddituale dei 4.000 euro ma subentrerà appunto quella dei 2.840 euro.

In altri termini, nei casi dei figli che percepiscono un reddito, quando avviene il passaggio dai 24 ai 25 anni, e quindi diventa decisiva ai fini fiscali la differenza tra il percepire fino a 4.000 euro o il percepirne solo fino a 2.840, la detrazione sul carico non viene “spezzettata” in base al momento in cui scocca il compleanno, ma si applica uniformemente su tutti e 12 i mesi.

Su questa questione, l’Agenzia delle Entrate era intervenuta spiegando che “il requisito anagrafico deve ritenersi sussistere per l’intero anno in cui il figlio raggiunge il limite di età, a prescindere dal giorno e dal mese in cui ciò accade”. Pertanto, ai fini della dichiarazione 2023 (redditi 2022) bisogna vedere semplicemente quanti anni ha compiuto il figlio nel corso del 2022.
Se quindi nel 2022 ha compiuto 25 anni, la soglia di reddito a cui fare riferimento per verificare lo status di familiare a carico si abbassa automaticamente da 4.000 a 2.840,51 euro, a prescindere dal giorno e dal mese del compleanno.