Poco conosciuto, ma ormai indispensabile, il bonifico parlante è l’unica modalità di pagamento ammessa per beneficiare di superbonus, ecobonus, bonus ristrutturazioni edilizie, bonus mobili e sismabonus.

E’ detto “parlante” perché contiene tutte le informazioni necessarie all’Agenzia delle Entrate per applicare la detrazione IRPEF corrispondente. In sostanza se si vuole beneficiare del bonus ristrutturazione o dell’ecobonus, non potranno essere effettuati pagamenti in contanti, né con assegno o carta di credito al fornitore o all’installatore. L’importanza di questo documento sta nella possibilità degli enti pubblici, come l’Agenzia delle Entrate, di risalire ai dati del contribuente e ottenere ulteriori informazioni sulla prestazione svolta o richiesta.

Il bonifico parlante contiene più dettagli rispetto a un bonifico ordinario. Oltre ai dati presenti in un bonifico standard (cioè causale del pagamento, dati e IBAN del beneficiario), infatti, indica anche:

  • Tipo di bonus e riferimento normativo applicabile
  • Numero e data della fattura
  • Dati fiscali del fornitore e del beneficiario della detrazione

Compilare il bonifico parlante per la detrazione fiscale non è semplice, ma sono diversi i luoghi dove è possibile richiederne la compilazione:  presso la filiale della propria banca o allo sportello delle Poste è possibile pagare in modo più semplificato il lavoro e gli interventi che sono destinati ai bonus fiscali, in alternativa è possibile comunque procedere online sul sito della propria banca.

Gli elementi fondamentali della compilazione del bonifico parlante sono principalmente tre e si possono individuare in: ordinante, beneficiario e causale. Queste tre caratteristiche sono indispensabili per la riuscita del procedimento di agevolazione fiscale.

Vediamo nel dettaglio alcuni esempi di causali per i bonus più utilizzati:

  • Ecobonus: “Riqualificazione energetica art. 1 co. 344-347 L. 296/2006; Fatt. N. ____ del ______ a favore di ____________, P. Iva/C.F _____________; Fruitore: ___________, C.F. _______________”
  • Ristrutturazioni: “Lavori edilizi art 16 bis TUIR 917/1986; Fatt. N. ____ del ______ a favore di ____________, P. Iva/C.F _____________; Fruitore: ___________, C.F. _______________”
  • Bonus mobili: “Acquisto art 16, co. 2, D.L. 63/2013; Fatt. N. ____ del ______ a favore di ____________, P. Iva/C.F _____________; Fruitore: ___________, C.F. _______________”

Dagli esempi precedenti, è evidente come sia necessario specificare la causale indicando riferimento normativo, numero e data fattura, denominazione e partita IVA o il codice fiscale del beneficiario, nome, cognome e codice fiscale del fruitore o dei fruitori dell’agevolazione.

Cosa fare in caso di errori?

A volte ci si rende conto di avere diritto a un’agevolazione fiscale solo dopo il pagamento.

Ecco allora come rimediare a eventuali errori:

  • Ci si può far rimborsare dal beneficiario e procedere nuovamente al pagamento con le modalità corrette e con bonifico parlante.
  • In alternativa, come previsto dalla circolare N. 43/E/2016 dell’Agenzia delle Entrate, possiamo farci rilasciare dal beneficiario una dichiarazione sostitutiva di atto notorio. L’impresa fornitrice dovrà dichiarare di aver ricevuto da noi le somme e di averle incluse nella contabilità ai fini della concorrenza alla determinazione del suo reddito. La dichiarazione andrà poi portata in sede di compilazione del 730.

Per maggiori informazioni potete rivolgervi alla sede Caf Italia più vicina a voi

Dove siamo