Il panorama fiscale italiano si evolve costantemente, e il 2024 non fa eccezione. Con la circolare n. 2 del 6.2.2024, l’Agenzia delle Entrate ha delineato le novità della riforma IRPEF, focalizzandosi sul trattamento integrativo in busta paga, che continua ad essere una componente di rilievo per i lavoratori.

Una delle modifiche più significative riguarda il trattamento integrativo fino a 100 euro in busta paga, che subisce un adattamento nei calcoli per compensare gli effetti dell’accorpamento dei primi due scaglioni d’imposta.

Per chi percepire redditi fino a 15mila euro all’anno, l’ex Bonus Renzi rimane in vigore. Tuttavia, il suo calcolo subisce una variazione: il bonus è pienamente erogato se l’imposta lorda supera le detrazioni da lavoro spettanti, ridotte a 1.955 euro per il 2024, meno 75 euro in base ai giorni lavorati, per una detrazione massima di 1.880 euro.

Il bonus in busta paga è riservato esclusivamente ai dipendenti e può arrivare fino a un massimo di 1200 euro all’anno, suddivisi in 12 mensilità da 100 euro ciascuna. Questo bonus viene erogato interamente per i contribuenti con reddito fino a 15mila euro che superano la “no tax area”, ma diminuisce progressivamente per redditi fino a 28mila euro se le detrazioni superano l’imposta lorda.

Il trattamento integrativo, denominato “trattamento integrativo” Art.1, comma 1 DL 3/2020, è stato modificato per il solo anno 2024 per adattarsi ai nuovi scaglioni IRPEF, garantendo un impatto neutro sullo stipendio netto in busta paga.

Per chi guadagna fino a 28mila euro l’anno, il trattamento è concesso in misura ridotta a condizione che le detrazioni superino l’imposta lorda. Le detrazioni considerate includono quelle per carichi di famiglia, lavoro dipendente, interessi passivi del mutuo prima casa, spese sanitarie e altre indicate nella legge.

Il calcolo del trattamento integrativo dipende dal reddito e dalle detrazioni, e può essere erogato mensilmente o conguagliato a fine anno tramite il 730. Il datore di lavoro o il CAF sono responsabili del calcolo e dell’erogazione corretta del trattamento integrativo.

È importante notare che, in caso di mancata erogazione o di erogazione erronea, il trattamento integrativo può essere richiesto a conguaglio a fine anno o tramite la dichiarazione dei redditi.

In conclusione, le nuove disposizioni fiscali del 2024 hanno portato cambiamenti nel trattamento integrativo in busta paga, che richiedono una corretta comprensione e attuazione da parte dei datori di lavoro e dei contribuenti per evitare inconvenienti o recuperi d’imposta indesiderati.