Per la frequenza di asili nido pubblici e privati autorizzati e e per il pagamento di forme di assistenza domiciliare, fino a i tre anni, in caso di gravi patologie croniche, i genitori possono beneficiare del bonus asilo nido, rimasto in vigore anche dopo l’introduzione dell’assegno unico che ha sostituito una serie di misure a sostegno della genitorialità.
L’agevolazione consiste in un rimborso per le rette effettivamente pagate e per le quali è stata effettuata la prenotazione dei fondi a disposizione tramite domanda.
Tutti i genitori ne hanno diritto, senza limiti di reddito, ma sulla base della condizione economica si stabilisce l’importo massimo del beneficio: le cifre più alte spettano a chi ha un ISEE, Indicatore della Situazione Economica Equivalente, più alto.
Stando alle novità inserite nella Legge di Bilancio, dal 2024 l’importo massimo arriva a 3.600 euro per le famiglie che rispondono ai seguenti requisiti:
- si richiede l’agevolazione per un figlio nato dopo il 1° gennaio 2024;
- nel nucleo familiare c’è già almeno un altro figlio di età inferiore a dieci anni;
- il valore di ISEE non supera i 40.000 euro.
Per ottenere il rimborso delle rette il genitore che sostiene il pagamento deve fare domanda all’INPS.
In una seconda fase i genitori dovranno fornire i documenti di spesa per sbloccare il pagamento delle somme a cui si ha diritto.
La richiesta deve essere inviata entro la scadenza del 31 dicembre, mentre per l’inoltro della documentazione a sostegno delle spese sostenute c’è tempo fino a metà dell’anno successivo. Per il 2023, ad esempio, il termine ultimo è fissato al 31 luglio 2024.