Per il 2024, la rivalutazione delle pensioni sarà dello +0,8%, e gli aumenti sono in vigore dal 1° gennaio 2025.
Le pensioni che non superano il trattamento minimo, fissato a 603,40 euro mensili, vedranno un aumento del 2,2% (pari a 13,27 euro), portando l’importo mensile a 616,67 euro. Questo è l’incremento previsto per le pensioni minime, che rispecchia in parte l’aumento dei prezzi del 2024.
L’Inps ha spiegato che le pensioni inferiori a quattro volte il trattamento minimo (fino a 2.394,44 euro lordi al mese) recupereranno il 100% dell’aumento dei prezzi, pari allo 0,8%. Le pensioni tra quattro e cinque volte il trattamento minimo beneficeranno invece del 90% dell’inflazione (0,72%). Per gli importi superiori a cinque volte il trattamento minimo (oltre 2.993,06 euro lordi al mese), l’incremento sarà pari al 75% dell’aumento dei prezzi, ossia lo 0,60%.
L’incremento viene calcolato sul trattamento mensile in pagamento, secondo le normative vigenti. Non sono considerati i redditi personali del pensionato e, nel caso di pensioni integrate al trattamento minimo, l’incremento viene calcolato sul valore già integrato. Inoltre, per le pensioni in convenzione internazionale, l’incremento si applica sull’importo complessivo lordo, comprendente anche la quota italiana.
L’Inps ha confermato che l’età per la pensione di vecchiaia nel 2025 rimarrà a 67 anni. Inoltre, per quanto riguarda i conguagli fiscali, i pensionati che hanno visto una ritenuta Irpef inferiore rispetto a quanto dovuto nel 2024 vedranno le differenze recuperate nelle rate di pensione di gennaio e febbraio 2025. Per i pensionati con reddito annuo inferiore a 18mila euro e con conguagli superiori a 100 euro, la rateizzazione avverrà fino a novembre 2025.
Infine, per quanto riguarda le addizionali all’Irpef, saranno trattenute in rate mensili da gennaio a novembre 2025, con l’aggiunta delle addizionali comunali e regionali per il saldo 2024 e per l’acconto 2025, che saranno determinate in base alle aliquote stabilite da enti locali.